Stop alla svalorizzazione del Welfare Aziendale!
Il recentissimo Decreto Aiuti Quater, proposto dal ministro Giancarlo Giorgetti per modificare ed integrare il precedente Decreto aiuti Bis del governo Draghi, ha sollevato un polverone nel mondo del welfare aziendale. Di cosa si tratta?
Il governo ha alzato, attualmente limitatamente al periodo d’imposta del 2022 e quindi solo per dicembre di quest’anno (non è chiaro ancora se verrà successivamente prorogato per il 2023), da 600€ a 3000€ la soglia massima dei fringe benefit.
Nel precedente decreto aiuti si ricorda che era stata integrata la possibilità di rimborso delle utenze domestiche di acqua luce e gas sotto forma di fringe benefit, per alleggerire i dipendenti dal gravare della situazione energetica mondiale causata dal conflitto bellico tra Russia e Ucraina.
(Trovi maggiori informazioni in questo articolo )
A tal proposito, per interpretare al meglio l’intervento governativo, arriva anche la delucidazione dell’Agenzia delle Entrate, nella Circolare n.35 del 4 novembre 2022, di cui trovate il testo completo al seguente link:
Sembrerebbe una notizia bellissima, ma lo è?
Non del tutto, questo perché vi è il rischio, in primis, che il welfare aziendale perda totalmente i suoi connotati nobili e di natura sociale, vero ed unico scopo di questa pratica. Non dimentichiamoci, infatti, che il welfare aziendale nasce come strumento di sostegno ai dipendenti ed alle famiglie, creato con lo scopo di andare ad integrare e sopperire alle mancanze del Welfare State, in quegli ambiti che riguardano per esempio la salute, l’educazione dei figli, l’assistenza alle categorie più fragili come i minori, gli anziani, i disabili, un contributo al miglioramento dell’equilibrio vita-lavoro, liberare tempo ai dipendenti e permettere loro di vivere una vita il più serena possibile. Questa è la vera natura del welfare.
I fringe benefit sono invece per l’appunto benefici che l’imprenditore attribuisce a determinate categorie di dipendenti come integrazione alla retribuzione ordinaria (per esempio l’auto aziendale, i buoni pasto o i buoni carburante).
Innalzare i fringe benefit a 3000 € è vero che nelle odierne condizioni di emergenza energetica va ad alleggerire i costi che devono sostenere le famiglie italiane, e questo è positivo, ma in pratica significa limitarsi a dare del denaro extra ai dipendenti avvantaggiandosi della totale esenzione fiscale, dando a questi la possibilità di spenderli più o meno come vogliono, anche per fare shopping, non per forza solo per pagare le bollette. E’ una mancia, non è più un intervento mirato in aiuto della popolazione come dovrebbe essere per sua natura il welfare aziendale.
Inoltre, vi è il rischio che le imprese siano disincentivate a mettere in piedi piani di welfare aziendale più complessi ma realmente utili sul breve quanto sul lungo termine e si limitino invece a erogare questi bonus perché di più rapida formalizzazione ed erogazione.
Una minore percezione, che porta anche a risultati minori per l’impresa:
Va infine fatto notare che vi è una diversa percezione, soprattutto sul lungo termine, tra offrire un piano di welfare aziendale articolato, coinvolgendo i dipendenti stessi anche nella scelta dei servizi di cui potranno poi usufruire, rispetto a concedergli semplicemente una cifra in denaro spendibile a caso, di cui si dimenticheranno molto in fretta, andando a vanificare tutti i benefici per l’impresa: miglioramento del clima aziendale, maggiore produttività, attrazione dei talenti ed aumento della brand reputation. Gli rimangono solo i benefici fiscali…ma a che prezzo!
Soluzioni?
Riteniamo che la problematica non sia legata tanto all’aumento della soglia dei fringe benefit a una cifra 10 volte superiore a quella iniziale (normalmente di 258,23 €), bensì al fatto che questi non rientrano nella filosofia del vero welfare aziendale. Una soluzione potrebbe invece essere quella di limitare l’utilizzo di tale cifra ai rimborsi per le utenze, ma anche alle spese sanitarie, o alle spese per i figli, per i beni e i servizi necessari, tagliando fuori tutto il superfluo, tipo i buoni shopping, che sviliscono totalmente la finalità sociale dell’intervento sostenuto.
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Ernesto De Petra
Fondatore di Farwel
Consulente specializzato nell’ambito del Welfare Aziendale ad Personam
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A presto,
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