Piano Welfare: I 5 principali errori da evitare!!!

Ebbene si, Anche il Welfare aziendale contiene delle trappole che potrebbero compromettere la perfetta riuscita del tuo piano!

Sai quante volte mi capita di sentire di lavoratori che si trovano male con i loro piani di welfare aziendale?

I motivi? Si sente di tutto, da attività convenzionate troppo lontane rispetto a dove gravita la vita del lavoratore, buoni spesa per negozi introvabili sul territorio di riferimento, piattaforme difficili da comprendere per tutti o che semplicemente non sono state minimamente spiegate al lavoratore, servizi e beni che non rispecchiano le loro reali necessità, ecc

Questo cosa comporterà? Ovviamente che il piano welfare attivato si riveli una totale perdita di tempo e denaro, non verrà utilizzato e non verrà capito, di conseguenza non porterà a nessuno dei tanti benefici collegati a questa pratica virtuosa.

Ha senso investire denaro in un progetto che non porta da nessuna parte, soprattutto in periodi di magra come quelli attuali? Immagino che sarai d’accordo con me con l’affermare di NO.

Per esser sicuri di attivare un piano che ti porti i migliori risultati è quindi necessario stare attenti ad evitare alcuni classici errori e oggi sono qui per spiegarti quali sono!

1.“ROMA NON E’ STATA COSTRUITA IN UN GIORNO”:

Per tutte le cose buone ci vuole tempo, è sbagliato aspettarsi che attivando un piano welfare come per magia tutto cambierà in un amen.

Pe ottenere risultati servirà aspettare che i lavoratori abbiano recepito il regalo che gli è stato fatto e ne fruiscano, ci vuole inoltre un’attenta analisi e un costante dialogo con loro, prima per informarli dell’iniziativa, poi per capirne il grado di gradimento e uso. Fare welfare non significa conquistarsi una persona con un regalino messo lì, significa cambiare la propria cultura aziendale, ponendo al centro i dipendenti e i loro bisogni e creando un clima aziendale sereno e partecipativo.

Altrimenti il rischio che ti dicano che preferiscono ricevere i soldi, anziché i servizi, è altissimo: è come il classico esempio della mamma che chiede al bambino se preferisce il panino o la cioccolata; è ovvia la risposta del bambino, ma è la mamma, alias l’imprenditore, che deve intervenire spiegando le debite differenze in termini di risultato.

2.FACCIO WELFARE SOLO PERCHE’ E’ UN VANTAGGIO FISCALE

Il welfare aziendale dev’esser visto dall’imprenditore non come una mera soluzione per ottenere vantaggi fiscali, bensì come qualcosa di fondamentale importanza sia per la propria attività che per i propri dipendenti, il cui ruolo cruciale si dimostra ancor di più in periodi di crisi come quello che stiamo affrontando. Pensiamo ad esempio quanto soluzioni di welfare si siano rivelate utili durante la pandemia (lo smartworking, le assicurazioni sanitarie per i dipendenti, la messa in sicurezza delle strutture per proteggere la salute dei lavoratori, ecc) e si pensi a quanto le aziende che avevano già attivato precedentemente piani di welfare aziendale abbiano attutito il colpo più facilmente proprio perché erano già pronte a reagire per il bene comune. L’imprenditore non deve pensare “ma si, gli attivo qualsiasi buono a caso così beneficio dell’esenzione fiscale tanto a caval donato non si guarda in bocca”; l’imprenditore che fa welfare deve assolutamente ragionare in termini di responsabilità sociale, mettere al centro il benessere della propria azienda e dei propri collaboratori, altrimenti è impossibile aspettarsi di ottenere risultati positivi e duraturi. Il sistema azienda è equivalente al sistema famiglia ed il datore di lavoro coincide con il buon padre di famiglia!

3.TI FACCIO UN REGALO MA NON TE LO DICO

Non smetterò mai di sottolineare l’importanza di una corretta comunicazione del piano welfare corredata di una formazione per i dipendenti per insegnargli come beneficiare dei servizi che gli sono stati attivati. Non tutti sono esperti di internet, non tutti se la cavano nell’uso delle piattaforme informatiche e il welfare deve essere recepito da tutti in maniera corretta, così come faresti per qualsiasi altro protocollo nuovo aziendale.

Se il dipendente non sa che è stato fatto un piano di welfare aziendale non ci si può aspettare che lo usi. E’ quindi necessaria una formazione iniziale a tutti i dipendenti.

Questa sembra un’affermazione piuttosto banale ma vi assicuro che spesso viene rilevata questa grave mancanza di comunicazione del piano (come ne ho già parlato in un mio recente video che se non hai visto ti consiglio di guardare)

4.TU PENSI SOLO AL DIPENDENTE MENTRE LUI STA PENSANDO ALLA SUA FAMIGLIA

A volte capita di focalizzarsi sul dipendente e su misure solo per lui, sottovalutando il fatto che spesso in cima alle preoccupazioni dei lavoratori ci sono invece problematiche riguardanti altri membri della sua famiglia. Asili nido, bonus bebè, orari flessibili, tutto ciò che riguarda l’assistenza ai famigliari anziani o ancora sconti sui libri di testo, vacanze studio e altri benefit di questo tipo sono molto richiesti dai lavoratori perché considerati un concreto aiuto a migliorare la loro vita quotidiana.

5.NON OFFRIRE UNA SOLUZIONE PERSONALIZZATA SUI BISOGNI DEI SINGOLI

Ok, ti ho appena detto che i servizi legati alla famiglia sono generalmente molto richiesti, così come lo sono gli strumenti che tutelano la salute, soprattutto in seguito allo scoppio della pandemia. Questo non deve far pensare all’imprenditore: “vabbè, attivo le cose che vanno per la maggiore e sono a posto”, assolutamente no, il welfare aziendale non funziona come la moda e nella sua creazione non ci si può basare su statistiche generiche, bisogna svolgere un’attenta indagine per capire quali siano i bisogni più urgenti della popolazione aziendale e come soddisfarli in maniera comoda. Questo punto è fondamentale e sono i professionisti del nostro settore che se ne devono occupare al meglio, sebbene spesso questo non accada. Capisci quanto non abbia senso, per esempio, regalare un abbonamento alla più bella palestra a Brescia città se la tua attività è localizzata in Val Camonica e molti dei tuoi dipendenti risiedono in valle? Anche questo ti sembrerà ovvio, ma ti assicuro che si sente di tutto…

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Ernesto De Petra

Fondatore di Farwel

Consulente specializzato nell’ambito del Welfare Aziendale ad Personam

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A presto,

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